Sabato sera sono stato per la prima volta alla Scala di Milano. C’è sempre una prima volta per un sacco di cose. E le prime volte lasciano, in genere, sempre bei ricordi. Anche questa volta è andata così.
Era l’ultima replica del Don Giovanni di Mozart, ed è stato uno spettacolo vero.
Con Don Giovanni, noi maschietti italiani un po’ bigotti cresciuti col rosarietto da dieci in mano a scuola dalla suore, ci rapportiamo, nel corso della nostra vita, cambiando continuamente idea. Da piccolo mi ricordo che la storia di questo peccatore incallito mi portava a giudicarlo male, punto e basta. Con il passare del tempo, la severità di chi non sa un cazzo della vita, si è diluita nella compassione, “Poveraccio”. Negli ultimi tempi invece, da quando dieci anni fa ho avuto l’occasione di poterlo vedere per la prima volta dal vivo, siamo quasi diventati amici. L’ho da prima invidiato, beh, cavoli, il vecchio Don Giovanni fa veramente come je pare! E poi, l’altra sera, immerso in quel palco immenso, il più imponente del mondo, con tutti che gli davano addosso, mi sarei alzato per andarlo a difendere. Ovviamente si sprecheranno le vostre osservazioni riguardo la mia invidia per il suo catalogo. Ma, se mi fate finire, non è questo il punto.
Il punto è che lui, peraltro esplicitato magistralmente nell’interpretazione di uno svedesone di due metri perfetto, non ha il chiodo fisso delle donne. Ha il chiodo fisso di fare quello che lo fa star bene. Ha il chiodo fisso della sua vita! In quanti abbiamo chiaro il nostro chiodo fisso?
Ok, non si controlla, ed uccide. Ma cazzo, è un’opera lirica. Il messaggio arriva uguale.
La parte più romantica però, spetta a quello sfigato di Don Ottavio, com’è giusto che sia. In fondo è pur sempre una storia d’Amore:
“Dalla sua pace la mia dipende;
Quel che a lei piace vita mi rende,
Quel che le incresce morte mi dà.
S’ella sospira, sospiro anch’io;
È mia quell’ira, quel pianto è mio;
E non ho bene, s’ella non l’ha.”
La parte meno romantica, invece, spetta ai vecchi milanesi ultra centenari. Nelle vicinanze del guardaroba, l’odore di canfora, naftalina e dentiere, mi ha ricordato il foyer dell’Auditorium di Roma. E’ un paese senza speranza, quello che dispensa Cultura solo a chi è nato prima della cultura stessa.
Contributors:
Davide Cenci – Camiceria Sabatini – E. Marinella – BlackBerry

I like this site very much, Its a very nice office to read and receive information.
It’s in fact very complex in this full of activity life to listen news on Television, so I just use internet for that purpose, and take the most recent information.
Most what I read online is trash and copy paste but your blog is different. Keep it like this and dont sell out!
I like the helpful information you provide in your articles. I’ll bookmark your blog and check again here frequently. I am quite certain I will learn plenty of new stuff right here! Best of luck for the next!
I like this weblog it’s a master piece! Glad I detected this on google.
Iˇ¦ll immediately take hold of your rss as I can not find your email subscription link or e-newsletter service. Do you have any? Please allow me recognize in order that I may just subscribe. Thanks.
Definitely believe that which you stated. Your favorite reason seemed to be on the web the simplest thing to be aware of. I say to you, I certainly get irked while people consider worries that they plainly don’t know about. You managed to hit the nail upon the top as well as defined out the whole thing without having side effect , people could take a signal. Will likely be back to get more. Thanks
Absolutely written subject material , regards for entropy.
Your house is valueble for me. Thanks!…
Does anybody know of any treatments that really operates are haemorrhoids. I do not choose to go to the medical doctors I feel quite embarrassed.